Ille mi par esse deo videtur.
(Catullo, Carmina, 51)
Mi risuona nella testa il celebre carme di Catullo, riadattamento (o saccheggio) dei bellissimi versi di Saffo: lui mi sembra un dio. Sei parole in tutto, mezza frase che basta però per definire in modo chiaro un contesto di amore perduto, forse di gelosia, sicuramente di sofferenza. Mi risuona in testa oggi, qui, in questo mare che bagna Lesbo, il luogo dove Saffo è nata; ma mi risuonano in testa da decenni, dal ginnasio, i versi dei due autori classici che più ho amato negli anni delle superiori. Difficile per un qualunque giovane preda della furia ormonale dell'adolescenza non essere estasiato da una poetessa di 2500 anni fa che si dichiara "innamorata dell'amore".
Ille, si fas est, superare divos,
qui sedens adversus identidem te
spectat et audit
Supera gli dei colui che siede di fronte a te e ti guarda e ti ascolta. Come dargli torto? Di cos'altro ha bisogno un innamorato se non di abbeverarsi alla fonte dell'amata?
Rapita
nello specchio dei tuoi occhi
respiro
il tuo respiro.
E vivo.
Chi, innamorato, non s'è mai sentito così?
E' con una certa emozione che indirizzo la prua di Piazza Grande su Mitilene, città principale di Lesbo, o Lesvos, terza isola greca per estensione, dopo Creta ed Eubea. Dopo una notte rubata alla burocrazia turca che mi imponeva di lasciare le acque territoriali dello stato entro la mezzanotte, salpo l'ancora con tutta calma e in tarda mattinata mi avvio ad affrontare le poche miglia che mi separano dalla meta. Il mare è leggermente formato, strascico della sventolata di ieri, ma il vento è portante, arriva da poppa, sospinge, non frena, sull'onda si plana e non si sbatte. Sarà così d'ora in poi, dopo un mese e più di risalita verso nord, verso l'origine di uno dei venti più poderosi del Mediterraneo, il Meltemi, girata la prua ad Istanbul, è finita la sofferenza di barca ed equipaggio. Come cambia tutto! 30 nodi di prua sono quasi inaffrontabili, 30 al lasco sono poco più che una passeggiata. E allora passeggiamo, lasciamo che la barca plani sull'onda raggiungendo velocità altrimenti inarrivabili, il fiocco completamente aperto e la randa completamente chiusa, un po' perchè ancora rotta, un po' perchè in queste condizioni è, a mio modesto avviso, pressochè inutile. Faccio 6 o 7 nodi, aprire la randa non aggiungerebbe nulla in termini di velocità e creerebbe difficoltà in caso di strapoggiata. Se il vento aumenta, qualche giro di rollafiocco, se cala, ma non cala, si fanno 5 nodi, è comunque un bell'andare.
Punti cospicui a Lesvos |
Non è un bel posto per la notte. |
Plomarion |
La mattina successiva provo a fare nafta, come in tutta la Grecia si fa con l'autobotte. Sulla colonnina dell'elettricità ci sono 4 numeri telefonici, li chiamo tutti ed in sequenza ottengo le seguenti risposte:
1) ora ho da fare;
2) 70 litri sono pochi, non vengo;
3) Richiama nel pomeriggio;
4) vengo ma devi spostarti nella banchina della GC.
Mi gioco allora l'asso nella manica: il marina! Ti pare che un marina fichetto, incredibilmente gestito dalla Setur, la società turca che gestisce i marina in Turchia, non ha un modo di fornire la nafta ai suoi clienti. Telefono, mi risponde una signora molto gentile: certo che possiamo procurarle la nafta, ma deve pagarci una notte in marina. Accidenti, un affarone! I'm coming, le dico, but probably next year. Insomma, finisce che prendo le taniche e cerco una pompa in strada. E' lontano, fuori città mi dicono. Prendo un taxi, mi sento unpo' idiota ad andare a fare nafta col taxi, ma d'altra parte di necessità virtù. Il taxi fa 500 metri e la pompa era lì, non lontano da dove avevo camminato ieri. Vabbè, due viaggi, tanto qui i taxi non costano come da noi, e ridò fiato al serbatoio ormai quasi vuoto.
Ma davvero siamo in Grecia? |
Giriamo un po' attorno all'isola verso sud, la costa è bella, molto verde, qualche piccola spiaggia. Ci fermiano a Plomarion, un porticciolo carino ma talmente piccolo che preferisco non entrare. C'è una bella spiaggia proprio accanto, la carta nautica da un fondale buono per l'ancora, passeremo lì la notte. Sulla riva una casa che sembra uscita da un quadro di Hopper, sembra di stare a Cape Cod, dietro di noi solo la luna piena, con il suo riflesso d'argento frastagliato da un mare appena increspato. Domani si naviga ancora. Otium Catulle tibi molestum.
Ottimo Luciano, ottimo ma avere una tanica da 20 litrazzi a bordo di riserva?
RispondiEliminaCiao
Ce l'ho, 10 litri, quella più 40 col taxi e ora sto più tranquillo.
Eliminama gli scozzesi navigano per caso con un warrior 40?
RispondiEliminaNo, erano su un HR primi anni 80, di quelli con la poppa a specchio.
Eliminaadsfdvgbf
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