L'acciaista assesta gli ultimi colpi al rollbar che ho deciso di regalare a Piazza Grande, di corsa faccio i collegamenti elettrici dei due pannelli solari che mi garantiranno serenità energetica, faccio un giro sui pontili per salutare i tanti amici che ho trovato a Marsala recupero i molloni che mi hanno assicurato un ormeggio elastico durante questi mesi e alle 13.40 di venerdì 20 giugno, molliamo finalmente le cime da questo porto che con tanto calore umano mi ha accolto ad ottobre scorso.
Essendo il vento favorevole, ha scritto Joshua Slocum alla fine dell'800 salpando da Boston a bordo dello Spray; noi invece abbiamo una leggera brezza proprio sulla prua, ma si sapeva che le prime miglia sarebbero state di bolina, domani, pur restando leggero, dovrebbe girare in senso antioriario. Sono con Andrea, il caro amico che ha già navigato con me da Patrasso a Palermo l'anno scorso, siamo un equipaggio collaudato, navigo con piacere con lui, è serio ed affidabile, i miei turni di riposo notturno saranno quindi sereni. Col vento leggero di prua, però, non si va veloci, alle 9 di sera siamo ancora al traverso di Marettimo, abbiamo fatto praticamente 20 miglia in 7 ore, una VMG, velocità di avanzamento verso l'obiettivo, di neanche 3 nodi. Abbiamo fretta? No, sarà una traversata slow, molto slow! Il nostro obiettivo è Cagliari, prima tappa di un lungo viaggio che mi porterà oltre le Colonne d'Ercole per un primo assaggio di oceano per barca e capitano. Dopo cena il vento molla completamente e siamo costretti ad accendere il motore: 1800 giri, neanche 5 nodi di velocità, segno che abbiamo una leggera corrente contraria, ma in questo modo consumiamo poco più di un litro e mezzo l'ora, quindi alla via così! Nel frattempo scopro che l'AIS, lo strumento che serve a controllare il traffico delle grandi navi attorno a sè, non funziona. In questo mare non è un problema, ma per passare lo Stretto di Gibilterra è quasi indispensabile, per fortuna ci sono settimane di tempo per capire cos'ha che non va, fino a ieri funzionava perfettamente.
Pesce grande mangia pesce piccolo |
Verso le 4 e mezzo i primi bagliori dell'alba, la prima delle tante albe che vedrò, me la gusto tutta, il sole inizia a rosseggiare, l'aria si scalda e verso le 8 arriva pure il vento previsto: spengo il motore, avanziamo a circa 4 nodi al lasco, perfetto, ne approfitto per calare la traina, mi aspetto grandi cose da questa navigazione. Neanche un'ora ed il mulinello prende a frullare all'impazzata, molliamo le vele ma siamo al lasco, la spinta del vento sull'attrezzatura ci fa comunque avanzare a più di un nodo, troppo per il pesce che ha abboccato, evidentemente di taglia considerevole. Accendo il motore e metto la retromarcia al minimo per fermare la barca, recuperando la lenza metro per metro con parecchia fatica, ogni tanto, per paura che si strappi, ne mollo un po', la canna è tutta piegata all'ingiù, meglio essere cauti. Dopo più di 20 minuti di tira e molla, una sagoma argentata appare sotto la poppa, è un bel tonno, Andrea è pronto ad afferrarlo con il raffio, di usare il retino non se ne parla proprio vista la taglia del pesce, e con uno slancio lo tira a bordo. Lo finisco rapidamente con il coltello, lo appendo al dinamometro che dice 9,5 kg, niente male, poi lo sfiletto e in men che non si dica finisce in frigo. 1 a 0, palla al centro!
Farfallina, bella e bianca... |
Doccia d'alto mare |
Navigazione allegrotta tra Villasimius e Cagliari |
Alle 2 del pomeriggio siamo al traverso di Capo Carbonara, decidiamo di fermarci per la notte a Villasimius piuttosto che rischiare di arrivare col buio a Cagliari, tanto, come è ormai noto, non abbiamo fretta, domani faremo con calma le ultime 20 miglia. Ci sistemiamo proprio davanti all'avamporto, per sfruttarne il ridosso e scongiurare il pericolo che la leggera ondina di risacca ci faccia rollare togliendoci il sonno. Filiamo 25 metri di catena su poco più di 4 metri di fondale, ci battiamo il cinque come due adolescenti e, dopo un bagno nelle fresche acque sarde, cena e poi a nanna.
Cagliari |
Tentativo di bottarga |
Un paio di giorni di sosta per sbrigare alcune faccende poi, appena il meteo lo consentirà, muoveremo verso ovest. Questa prima tappa, intanto, è andata: prosit!
well done Luciano! :))
RispondiEliminaBello il racconto di una traversata dai ritmi lenti e piacevoli: l'essenza del viaggio e della vela. Buon Vento Capitano :)
RispondiEliminaBello il racconto di una traversata dai ritmi lenti e piacevoli: l'essenza del viaggio e della vela. Buon Vento Capitano :)
RispondiEliminaChe dire...mi mancherai a Marsala, buon vento Capitano!
RispondiEliminaCon questi presupposti il viaggio sarà piacevolissimo, la pesca regalerà tante altre soddisfazioni e i rapporti umani non mancheranno, immagino.
RispondiEliminaMi rimane solo un dubbio... Riuscirà bene la bottarga? :) saró obbligato a seguirti! ;)
Curiosità: pesci di quella taglia avevano già le uova?
GRANDE LUCIANO! Buon vento!
RispondiEliminaMi associo alla domanda di Simone, sembravano tonni rossi, se si riproducono gia' a 7-10 chili, le loro chance di sopravvivenza come specie dovrebbero crescere. Per la bottarga stai andando bene, dopo 12-24 ore di sale ti consiglio di legarla e appenderla fuori all'aria secca della Sardegna. Occhio solo a gatti e api. Dopo qualche giorno e' asciutta e la puoi avvolgere nella pellicola e metterla in frigo. Fine del procedimento, poi sulla pasta penso che tu sappia dove mettere le mani.... Ciao
RispondiEliminaNon so che specie fossero, entrambi i tonni avevano le pinnette gialle sulla coda, le carni rosse e le pinne lunghe da poter essere alalunga.
EliminaLa bottarga procede bene, l'ho tolta dal sale e la tengo al sole su un tagliere di legno.
Bottarga già fatta seguendo le indicazioni sel grande "Chicco" di velaaenzaparole.
RispondiEliminavenuta ottima.
Un viaggio meraviglioso nel tuo tempo con i tuoi tempi nel tuo lento ritmo, pur di andare, non fermarti, goditi ogni istante, ogni piccolo movimento, ogni onda, l’usta del mare e il vento sulla pelle! Mi sembra di essere lì su Piazza Grande , seduta nell’angolino di poppa dal quale osservo la prua che fende le onde, all’alba con le prime luci che già ti preannunciano una nuova vita , sei riuscito a farmi vivere ogni tua sensazione, so cosa vuol dire, dopo tanti anni che varco i mari, so che è un’emozione anche solo buttare una lenza e aspettare che abbocchi, aspettare il vento che faccia ripartire , intanto i pensieri volano, non ci si annoia ad annusare il mare a guardare le stelle , osservare le nuvole che formano con l’immaginazione strani esseri...In mare non ci si annoia mai...Grazie dei tuoi racconti, anche io spero di vivere presto da sola questo momento introspettivo per mezzo di una vela che spiegata mi porta lontana da sola con me stessa e la grande forza del mare! Buon vento mio capitano! Santi che pagano il mio pranzo non ce n'è
RispondiEliminasulle panchine in Piazza Grande,
ma quando ho fame di mercanti come me qui non ce n'è.
Dormo sull'erba e ho molti amici intorno a me,
gli innamorati in Piazza Grande,
dei loro guai dei loro amori tutto so, sbagliati e no.
A modo mio avrei bisogno di carezze anch'io.
A modo mio avrei bisogno di sognare anch'io.
Una famiglia vera e propria non ce l'ho
e la mia casa è Piazza Grande,
a chi mi crede prendo amore e amore do, quanto ne ho.
Con me di donne generose non ce n'è,
rubo l'amore in Piazza Grande,
e meno male che briganti come me qui non ce n'è.
A modo mio avrei bisogno di carezze anch'io.
Avrei bisogno di pregare Dio.
Ma la mia vita non la cambierò mai mai,
a modo mio quel che sono l'ho voluto io
Lenzuola bianche per coprirci non ne ho
sotto le stelle in Piazza Grande,
e se la vita non ha sogni io li ho e te li do.
E se non ci sarà più gente come me
voglio morire in Piazza Grande,
tra i gatti che non han padrone come me attorno a me”
http://youtu.be/zyVe31Attuc