sabato 25 giugno 2016

La pompa comunista



Chi non è comunista a vent'anni è senza cuore, 
chi è comunista a quaranta è senza testa.

(Anonimo)

 
Con la prua puntata su Varna, affronto la prima sventolata di questo viaggio in Mar Nero: una bolina piuttosto dura, con circa venticinque nodi di vento e onda corta e ripida. Piazza Grande tiene comunque un bel passo e le quaranta miglia che abbiamo da percorrere sembrano scorrere rapide, seppure certamente in modo poco comodo e rilassato. D'altra parte, se il mare fosse sempre placido e tranquillo e le veleggiate sempre sospinte da brezze leggere, navigare sarebbe noioso. Tutto, alla fine, stanca ed è al male che talvolta va ascritto il merito di farci apprezzare il bene o, almeno, di farcelo riconoscere. Poi capita che improvvisamente il male si trasformi in peggio e divenga a sua volta bene, se non in senso assoluto, certamente da un punto di vista relativo. E il mare, a breve, me ne darà la dimostrazione.

sabato 18 giugno 2016

L'Uomo Nero



"Ninna nanna ninna oh, questo bimbo a chi lo do?
Lo darò all'uomo nero che lo tiene un anno intero."


(Filastrocca tradizionale italiana)


C'è una linea invisibile, a volte sottile altre più marcata, a volte nitida altre appena sfumata, che ci separa dall'ignoto. Al di qua c'è il consueto o, nei casi peggiori, la routine; al di là c'è la scoperta o, nei casi peggiori, il pericolo. Varcare la soglia del mondo conosciuto, se anche ci priva del conforto dell'esperienza, è sempre un momento emozionante, di crescita; a patto, ovviamente, di avere una mente curiosa e il cuore aperto alle novità. E se anche viviamo in un mondo ormai già tutto esaustivamente esplorato, la modalità con cui approcciamo un luogo o un contesto può ancora porci in una condizione di esplorazione, cosa che il luogo e il contesto di per sé non sarebbero in grado di fare.

martedì 14 giugno 2016

Dal turchese al nero


"Oh mare nero, mare nero, mare ne',
tu eri chiaro e trasparente come me."


(L. Battisti, La canzone del sole)

«Vai di nuovo a Istanbul? Ma è pericoloso!» È questa la frase che negli ultimi tempi mi sono più spesso sentito ripetere da amici e parenti. E sì, vado di nuovo a Istanbul e ci vado ancora una volta in barca. Ci vado per diverse ragioni: perché sono innamorato di questa città e della sua gente, perché è un passaggio obbligato per raggiungere il Mar Nero (ed io sono diretto in Mar Nero), perché nei giorni che sarò lì uscirà il mio libro, Rotta a Levante, che ha in copertina proprio Istanbul, e ci vado, infine, perché ritengo assolutamente immotivata qualunque remora ad andarci che scaturisca dagli attentati dei mesi scorsi.