mercoledì 29 maggio 2013

Ci siamo quasi...



L'ultimo lavoro pesante è andato, pulizia e impregnaggio del tek della coperta, ormai è veramente questione di pochissimi giorni e si mollano le cime dal pontile.

sabato 25 maggio 2013

Si salpi chi può!


No dico, la peggior primavera dal 1700 doveva capitare proprio quest'anno? Una mareggiata così sulle coste laziali a fine maggio non s'era mai vista e un'altra sventolata è prevista per la settimana prossima. E' vero che la vela è soprattutto esercizio di pazienza, come insegnava Moitessier, ma qui si esagera!

mercoledì 22 maggio 2013

Armiamoci e partite!


Dopo l'ultima e dolorosa defezione per cause di salute, l'equipaggio di Piazza Grande per il viaggio di andata si riduce al sottoscritto. Minni futtu, come dicono a Bergamo alta, e parto lo stesso, in solitario. Prua a est, direzione Istanbul, se ci arrivo bene, se non ci arrivo mi fermo prima e va bene lo stesso. Alla prima finestra di tempo buono della prossima settimana mollo gli ormeggi.

venerdì 10 maggio 2013

Penelope...


Rimettere mano a lavori fatti... a volte ho il timore di riuscire a partire a ottobre prossimo!

mercoledì 1 maggio 2013

Remigio Zena


Remigio Zena è un giovane torinese cresciuto a Genova che insieme ad alcuni amici parte a bordo di Sfinge, una barca a vela di 12 metri, alla volta di Istanbul. Una meta inconsueta per un diportista dell'alto Tirreno, di solito li trovi a veleggiare fra l'arcipelago toscano e la Sardegna. Non si tratta del solito charter, la barca è di proprietà di uno di loro e a bordo ci sono anche alcuni velisti professionisti. Scendono lungo la Corsica, lo Stretto di Messina, poi Zacinto, il Peloponneso, i Dardanelli ed infine la meta, Costantinopoli. Già, Costantinopoli, non Istanbul, perchè questa bella navigazione, durata circa un mese, Remigio Zena l'ha fatta nel 1875, agli albori dello yachting, come si usava chiamarlo allora, e del tourismo, pardòn, turismo, come si usa chiamarlo oggi.

Ho comprato questo libro un paio di anni fa, quando già il tarlo di navigare fino al Bosforo mi rodeva dentro; preso e messo là, tra i tanti libri in attesa di essere letti. La lettura sorprende per la freschezza, lo stile molto informale, decisamente inconsueto per l'epoca, ed è anche molto interessante anche dal punto di vista del navigante: sebbene  Zena non sia un marinaio esperto, il suo resoconto delle giornate di bonaccia o di burrasca, l'elenco delle difficoltà e dei disagi patiti, le scelte di rotta effettuate, sono valide ancora oggi, 140 anni dopo. 140 anni, impressionante! La Turchia moderna di Ataturk era di là da venire, ben dieci lustri dopo, e il pascià ottomano regnava e si sollazzava nel suo harem, protetto dai giannizzeri nel suo palazzo bianco sulle rive del lato europeo della città.

140 anni dopo Remigio Zena, che in realtà si chiamava Gaspare Invrea ed assunse questo pseudonimo per questa ed altre sue pubblicazioni, eccomi qua, con una barca di dimensioni analoghe ma sicuramente attrezzata in modo più confortevole, pronto, o quasi, a salpare per la medesima destinazione. Porterò con me questo libro, ovviamente non solo questo, sicuro che ne sfoglierò di nuovo le pagine durante le settimane di navigazione. Troverò un mondo
diverso, ma il vento che gonfierà le mie vele sara lo stesso ed il mare, ne sono certo, mi riempirà come sempre il
cuore di gioia.